IL CONCORSO NAZIONALE

Teatro Zandonai 

Lo spettacolo racconta la storia di due sorelle benestanti, Teresa e Carolina Materassi, due sarte molto abili che nella loro casa ricamano corredi da sposa per la nobile clientela fiorentina. Le due sorelle hanno passato una vita di rinunce, sacrificando, per il lavoro, soddisfazioni ed amori. Con loro, oltre alla vecchia serva, vive la sorella minore Gisella accolta in casa dopo un fallito matrimonio con un nobile dissoluto con cui i rapporti non sono idilliaci perché Teresa e Carolina non hanno mai compreso la scelta di Gisella di sacrificare il dovere alla passione. L’equilibrio famigliare viene sconvolto dall’arrivo di Remo, il figlio di una sorella deceduta che porterà nella loro vita vivacità, amore e disperazione.

Madama Guidona è sull’orlo della disperazione e  solo il matrimonio della figlia Prosperina con il nobile Erizzo potrà salvarla dalla rovina, dopo che il marito ha sperperato tutte le loro ricchezze, abbandonando madre e figlia al loro destino. In suo aiuto accorrono le “cugine di campagna”, Lopotola e Gaudenzia, chiamate a incoraggiare l’amore fra I due giovani, ma destinate invece a finir prede di un galante Dottore, un personaggio misterioso, famoso per essere in grado di risolvere problemi di ogni natura. Il Dottore, infatti, vende a Madama Guidona un intruglio miracoloso, capace, a suo dire, di far esplodere la passione anche fra gli amanti più timidi e che diventa l’oggetto del desiderio delle tre donne.

È venerdì sera e siamo in una banca. Tutto il personale è già partito per il fine settimana tranne lo scrupoloso Direttore venuto di soppiatto a spiare la guardia giurata che, invece di fare il suo lavoro, s’infila nel caveau per mangiare in santa pace un panino.
La medesima sera due maldestri ladruncoli decidono di fare il colpo del secolo e si introducono nel deposito sotterraneo della stessa banca.
Dopo pochi minuti la porta d’accesso del caveau si chiude per riaprirsi solo lunedì mattina e questi quattro personaggi, bloccati nella camera sotterranea, dovranno trovare il modo di uscire da quella scomoda situazione, che si complica ma diventa nello stesso tempo elettrizzante, quando si rendono conto che la notizia della rapina è trasmessa da tutte le televisioni nazionali

Il debutto mondiale de “La piccola bottega degli orrori” avvenne il 6 maggio 1982 a New York. Questa produzione ricevette critiche molto positive e vinse diversi premi sia a New York che a Londra e quando chiuse, dopo 2.209repliche, era al terzo posto come musical più a lungo rappresentato nella storia dei teatri Off-Broadway.
La commedia musicale, riproposta in una veste moderna e coloratissima, racconta del giovane
Seymour, impiegato in un negozio di fiori e innamorato della bella Audrey. Un giorno, per caso, Seymour inizia a prendersi cura di uno strano baccello di una pianta misteriosa che, con una certa “insistenza”, crescerà a dismisura iniziando a parlare e a nutrirsi di… persone!

Lo spettacolo si basa sulla storia vera di Lia Pipitone, giovane donna palermitana, fatta uccidere, probabilmente, dal padre nel settembre del 1983, perché i suoi comportamenti mettevano a disagio lui e la cosca mafiosa a cui apparteneva. Protagonista è proprio il padre di Lia, Antonino Pipitone, che, narrando l’evento tragico e le circostanze parallele, tenta di ritrovare e spiegare il “suo” punto di vista.
In scena, oltre al padre, il picciotto. Non è un personaggio specifico, ma li comprende tutti: dalla memoria della figlia Lia, al prototipo del mafioso, alla vittima innocente, alla proiezione dello spettatore. Esegue come un servo di scena, incarnando l’essenza della mafia.
Il testo propone, senza veli, la crudezza di una mentalità che non può perdonare chi decide di allontanarsi da essa o esprimere un’idea che possa entrare in conflitto.

La traduzione del titolo italiano: “Le allegre comari di Windsor” sembra tradire il vero significato dell’opera di Shakespeare, che comunque crea con il famoso personaggio di Falstaff una commedia divertente nelle quale però, le vere protagoniste sono “le allegre mogli”. In una girandola di scherzi esplosivi e crudeli contro il povero Falstaff, tronfio cavaliere arrogante e amorale, le donne riescono a coinvolgere tutto il paese di borghesucci annoiati, urtando la loro mentalità di benpensanti. Per questo l’interpretazione è ambientata nell’Italia tra gli anni ‘50 e ’60, nel pieno “boom” economico, dove il denaro gestiva anche i sentimenti e l’amore non era più “un affare” di cuore! Insomma una “commedia all’italiana” dove si ride molto, ma si è costretti a pensare tanto.

 

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